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      - Ma quando? quando ha detto che torna? al più tardi poi, stasera, è vero?
      - Oh sì, oh credo ben di sì che stasera verrà senza fallo.
      - Ma non l'ha detto lui proprio di sicuro?... Via, chiamatemi subito questo corriere.... andate: non sono usa a replicare tante volte un comando ad un mio vassallo.
      Il Pelagrua chinò profondamente il capo, stringendosi tutto nelle spalle come se domandasse perdono, e se n'andò dicendo in cuor suo: - Ih, ih, la superbetta! Via, cecina, quetati, quetati! -. L'amaro e crudele scherno di quelle interne parole venne espresso, e, dirò cosi, compendiato in uno sguardo che il mariuolo uscendo dalla camera, saettò addosso alla sua prigioniera. Non avete mai visto un uccellatore, che spiccata una cinciallegra dai panioni, tien l'occhio per un momento sulla stizzosa bestiola, la quale si rivolta a dar di becco alla mano che con una lieve stretta può stritolarle gli ossicini, farne una schiacciatina? bene, col debito agguaglio, era la stessa cosa.
      Tosto che il castellano fu uscito, Bice si diede a misurare colla fantasia tutte le ore che dovean passare: se le figurava eterne, non sapeva come riempierne il vôto, le parea che non avesse a venir mai più la sera di quel giorno, che non le rimanesse tanta forza da attraversare quel deserto. Era come il viandante, il quale dopo un lungo e disastroso cammino, arriva spossato e rotto in cima d'un'altura avvisata di lontano pel termine del suo pellegrinaggio, e gli si scopre in faccia un altro colle, al di là del quale gli vien detto trovarsi la terra del suo riposo.


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Marco Visconti - Storia del Trecento cavata dalle cronache di quel tempo e raccontata da Tommaso Grossi
di Tommaso Grossi
Vallardi Editore Milano
1958 pagine 484

   





Pelagrua Bice