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      Noi che siamo qui ad aspettare, che non abbiam da far nulla, il tempo ci par lungo, e non ha mai fine a passare, ma chi è nelle faccende, e che non può... Insomma, mettete il cuore in pace fino a stasera. Stasera credo bene che verranno, li aspetto anch'io stasera: oh vengono senza fallo... ma se mai per un caso, chi sa?...
      - Eh via chiacchierina! - l'interruppe Bice, che non potea sentir accennare, benchè con tanto riservo, un dubbio ch'ella avea pur troppo in fondo del cuore. Era come uno che trema in suo segreto d'aver qualche male di rischio, e monta sulle furie contra chi se ne lascia scappar di bocca pure il nome in sua presenza. - A dire che non abbia a giungere neppur questa sera? mi faresti rinnegar la pazienza qualche volta.
      - Perdonatemi, ho detto male, non è ch'io creda... anzi: era solo perchè... se mai, per un caso...
      - Non c'è caso o non caso; codeste le non sono pazzie da pensarsi. S'egli avesse anche il mondo sulle spalle, ha da venire, e verrà: tornar via piuttosto un'altra volta, se non può far di meno: non ismontare pur da cavallo, sto per dire, ma lasciarsi vedere. Basta, adesso sentiremo questo corrier benedetto... pena ben molto il castellano a condurlo... Anche codesto tardar tanto comincia a darmi qualche noia. Che cosa fa egli in tutto questo tempo?
      Che fa?... oh poveretta, se tu lo sapessi!... Il Pelagrua spende quel tempo a raffazzonare, ad istruire, ad imboccare un suo cagnotto perchè si faccia presso di lei corriere d'Ottorino, onde rigirarla meglio.


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Marco Visconti - Storia del Trecento cavata dalle cronache di quel tempo e raccontata da Tommaso Grossi
di Tommaso Grossi
Vallardi Editore Milano
1958 pagine 484

   





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