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      Quand'ebbe finito, Lodrisio scrollò il capo levando le spalle, e disse:
      - Il solito; cogli Alamanni male, coi Lucchesi peggio; quelli, fogne senza fondo che non le empirebbe Po quand'è maggiore la piena: questi, gretti, miseri, che non vorrebbero dare un picciolo per ricattar la pelle dalle mani del Turco, o del diavolo; gli uni che urlano domandando, gli altri che strillano ricusando, ed egli in mezzo, a dare un colpo alla botte e l'altro al cerchio; oggi far metter in ceppi un soldato, domani far appiccar per la gola un cittadino, il giuoco dell'altalena: e finir poi col farsi recar sulle corna da tutte e due le parti. Insomma dice che n'è tanto stufo, così indignato e arrovesciato, che vuol risolversi a quello a che non si lasciò piegar mai finora, di vendere la Signoria ai Fiorentini, e trar le mani ad ogni modo da una pasta sì mal rimenata.
      - Se questo succede, - diceva il Pelagrua, - avrà di grazia di potersi riattaccare ancora alle cose di qui.
      - Sicuro; e quell'altro filo con che ci davamo ad intendere noi di tenervelo, ormai, veggo bene, non ci starà che per un di più.
      - Per un di più? - ripigliava il castellano, rosicchiandosi l'unghia. del dito mignolo, - magari Dio non ci stesse che per un di più! Ho paura, una gran paura, che codesta sninfia non ci abbia ad imbrogliar le carte per modo da non lasciarci aver mai più buon giuoco.
      - E d'onde le cavi codeste tue goffe paure?
      - Le cavo da questo, che Marco, a cui ho fatto gittar un motto alla lontana sul proposito di lei, per veder di prepararlo un po' per volta ad intenderla tutta com'ella sta, dite un po'?


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Marco Visconti - Storia del Trecento cavata dalle cronache di quel tempo e raccontata da Tommaso Grossi
di Tommaso Grossi
Vallardi Editore Milano
1958 pagine 484

   





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