Pagina (397/484)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      - Senti, sennino mio, - le disse, - ti pare che tornino bene codesti modi a una bella ragazza come sei tu? Ohibò, non ti s'avvengono: smetti, smetti, - e così dicendo fece alcuni passi verso di lei.
      - Statemi lontano! - si mise a gridare la fanciulla tutta spaventata; e intanto correndo al terrazzo ne avea spalancate furiosamente le imposte, - statemi lontano!
      - Eh via, pazzarella! acquetati, chè non ti voglio mangiare: vedi, non mi movo, tornerò al posto di prima se ti piace... Sei contenta così?... diavolo! non voglio che parlarti pel tuo bene...
      - Pel mio bene? - disse la fanciulla, - andate, uscite di qui, questo è tutto il bene che potete farmi.
      - Non posso dunque farti altro bene che questo io?
      - Ah sì! potreste farmene ancora uno ben grande, potreste togliermi a questa angoscia di morte, restituirmi ai miei parenti, lasciarmi morire in pace fra le braccia della mia povera madre. Oh! fatelo, se avete viscere di misericordia, fatelo per quanto vi è caro a questo mondo, fatelo per l'amor di Dio!
      Lauretta tutta spaventata stringeva la padrona per un lembo della veste, dubitando ch'ella per la disperazione non avesse a gettarsi dal terrazzino, sulla soglia del quale teneva tuttavolta un piede: e il Pelagrua non cessava dal far cenno ad entrambe colle mani e col volto che si quietassero, che si rassicurassero.
      Tosto che Bice ebbe finito, Lodrisio seguitava colla sua spietata imperturbabilità:
      - Male! figliuola mia, male! oh! tu la imponi tropp'alta, non è così ch'io ti voglio,.. E, innanzi a tutto, sappi ch'io non ho capello in capo che pensi a te; dunque non aver paura ch'io t'abbia a ingoiare; sta su diritta, guardami pure in faccia, chè non sono però un basilisco; e ascolta quello che ti voglio dire.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Marco Visconti - Storia del Trecento cavata dalle cronache di quel tempo e raccontata da Tommaso Grossi
di Tommaso Grossi
Vallardi Editore Milano
1958 pagine 484

   





Dio Pelagrua Bice Lodrisio