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      Quella calda e leale dimostrazione toccò il cuore del generoso capitano, che avvezzo come era a viver nel campo, in mezzo alle armi e ai rischi, di nulla si compiacea quanto dell'amore dei suoi soldati: ora poi quella dimostrazione gli riusciva ancor tanto più cara, quanto ch'era gran tempo che vivea in mezzo a gente non sua; onde esclamò tutto anch'egli commosso:
      - Viva i miei buoni Milanesi!
      - Viva Marco! viva il nostro condottiere! - rispose Lupo. - Oh fossero ancora quei giorni che si correva alla vittoria col vostro nome sulla bocca!
      - Senti, - disse il Visconte abbassando la voce, - quei giorni potranno ancora venire, e forse non sono lontani. Tornando in Lombardia dirai all'orecchio dei tuoi prodi compagni: "Il cuore di Marco è sempre stato con voi, e voi confidate nell'antico vostro capo...". Quanto a te, ascoltami: in qualunque tempo, in qualunque luogo, in qualunque stato io mi trovi, la prima volta che t'abbatti in me, fammiti innanzi sicuramente, rammentami quello che ora ti ho detto, e non sarà invano.
      Intanto che il giovane si spandeva in rendimenti di grazie, in protestazioni, Marco gli troncò le parole dicendo: - Che tu non mi ti sia dato a conoscere prima d'ora? - andò al tavolino, prese la penna, e gli domandò:
      - Soldato, il tuo nome.
      - Lupo da Limonta.
      - Lupo?... È un nome codesto che non mi giunge nuovo.
      - Potrà essere, dacchè vi siete degnato una volta di notarlo con codesta vostra mano gloriosa su d'un foglio che mi valse la vita.
      A tanto, Marco si ricordò della lettera che egli, per le preghiere di Bice, avea scritta all'abate di Sant'Ambrogio quella notte fatale, di cui gli durava pur sempre viva la memoria; gli sovvenne quindi come quegli per cui aveva allora domandata la grazia del capo, doveva essere uno scudiere di Ottorino: per il che fissati con nuova ed avvisata attenzione gli occhi nel volto del giovane che gli stava innanzi, lo venne raffigurando per quel medesimo che avea servito da scudiero appunto ad Ottorino, il dì della giostra.


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Marco Visconti - Storia del Trecento cavata dalle cronache di quel tempo e raccontata da Tommaso Grossi
di Tommaso Grossi
Vallardi Editore Milano
1958 pagine 484

   





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