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      Oh! se io sapessi da che parte farmi per toccarvi il cuore! sentite, ve l'ho già detto che ella è sposa di Ottorino? Sì, le ha dato l'anello, il loro nodo è stretto innanzi al Signore. E sono stata io, vedete, a sollecitar quelle nozze, e... dovrò confessarlo? potrò farlo senza confusione, senza rossore? e voi stesso me lo crederete, se vi dirò che mi sono condotta a tanto anche per la pietà che ebbi di voi?
      Ve lo giuro, che mi stette a cuore in questo anche il ben vostro, ch'io sperai e tenni certo che fosse l'unica via per distorvi l'animo da una malaurata casa, dalla quale non vi sono venute che sciagure... Perchè, vedete... se anche... se mai avessi potuto obbliarmi fino al punto di concedervi la mia figlia in isposa, Bice non era per voi, chè il suo povero cuore era già dato. Marco! io vi conobbi in altri tempi, e so che allora non avreste sicuramente voluto un corpo senz'anima, che non avreste potuto trovare il ben vostro nell'infelicità della donna del vostro amore; or ditemi voi se la madre di Bice s'è ingannata, giudicandovi come vi aveva giudicato un giorno Ermelinda.
      Vi ricordate ancora di questo povero nome? esso è ormai quanto mi avanza di tutto quello che fui: gli anni, le tribolazioni hanno consumato il resto. Voi, quanta gloria vi siete guadagnata! potente, riverito e temuto dai nemici! l'orgoglio e l'amore di Lombardia... ma io?... io non ho che la mia figlia, quel caro e dolce frutto delle mie viscere; ogni mia consolazione, ogni mia speranza, ogni mio vanto è posto in lei sola.


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Marco Visconti - Storia del Trecento cavata dalle cronache di quel tempo e raccontata da Tommaso Grossi
di Tommaso Grossi
Vallardi Editore Milano
1958 pagine 484

   





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