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      La moglie del castellano gli levò gli occhi in volto, e senza ardire di domandargli d'onde cavasse quella certezza tanto risoluta che mostravano le sue parole, e che si leggeva ancor più nel suo volto, lo seguitò nella seconda camera, nella quale egli entrava per continuare l'intraprese ricerche. Ivi trovarono evidenti segni di violenza usata, di contrasto opposto, di combattimento. Videro un tavolino rovesciato, e sparsi e infranti intorno sul suolo alcuni vasi ed alberelli che doveano esservi stati sopra; videro il letto tutto sconvolto, tutto arruffato, le coltri strappate e riverse, una cortina lacerata da cima a fondo, la lettiera scostata dal muro, sbiecata dall'un de' lati; ed avvisarono che l'ancella nel dibattersi contra i suoi aggressori avesse abbracciata una delle colonnette della testiera, e ne fosse stata divelta a forza.
      Marco, considerato ch'ebbe il tutto senza aprir bocca, passò nella terza camera, passò nella quarta, venne fino all'uscio che metteva sul loggiato, lo scrollò, e trovatolo chiuso con una stanga per di dentro, cavò da questo un indizio che le prigioniere non dovessero essere state trafugate per di là, ma bensì per la via dell'uscio segreto: tornò dunque indietro, seguito sempre dalla castellana, ripassò per tutte le camere già visitate, ed uscirono insieme d'onde erano venuti. Solo che la donna in un certo tragetto oscuro venne a sorte a dar de' piedi in qualcosa di molle, di leggiero, e chinatasi a raccorlo, quando fu in luogo da veder lume, riconobbe che era un velo tutto gualcito e calpesto; il che fu un nuovo argomento per confermare il Visconte nel primo avviso, che la fanciulla era passata per di là. Dunque innanzi.


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Marco Visconti - Storia del Trecento cavata dalle cronache di quel tempo e raccontata da Tommaso Grossi
di Tommaso Grossi
Vallardi Editore Milano
1958 pagine 484

   





Visconte