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      Dopo un istante, la moribonda ritrasse dolcemente a sè quella mano; e mostrandola al suo sposo, accennava nello stesso tempo la madre, e s'affannava per dir qualcosa senza poter mai profferire distintamente le parole. Il monaco indovinò il suo desiderio, e vôlto al giovane: - Vuol dirvi dell'anello nuziale ch'essa ha dato alla madre, e che riceverete da lei. - Il volto di Bice si animò tutto d'un sorriso, accennando di sì. - Allora Ermelinda si trasse tostamente di dito quell'anello, e lo porse ad Ottorino, il quale baciollo e disse: - Verrà meco nel sepolcro.
      - E una preghiera vi ha legato la vostra sposa, - seguitava a dirgli il sacerdote, - che deponghiate, se mai l'aveste nel cuore, ogni pensiero di vendicarla. La vendetta appartiene al Signore.
      Ella tenea fissi ansiosamente gli occhi nel volto del giovane, il quale stavasi a capo basso e non rispondea parola; ma il confessore, prendendo l'irresoluto per un braccio: - Or via, - gli domandò con voce grave e severa, - lo promettete? lo promettete a questa vostra sposa, che sull'ultimo passo tra la vita e la morte, fra il tempo e l'eternità, ve lo domanda come una grazia, ve lo impone come un debito, in nome di quel Dio innanzi al quale ella sta per comparire?
      - Sì, lo prometto, - rispose Ottorino, dando in uno scoppio di pianto. Bice lo ringraziò con uno sguardo pieno d'angelica dolcezza, che mostrava chiaramente come non le restasse più nulla da desiderare a questo mondo.
      Allora il sacerdote fe' cenno agli astanti; i quali tornarono a inginocchiarsi, ed ei riprese le preghiere interrotte.


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Marco Visconti - Storia del Trecento cavata dalle cronache di quel tempo e raccontata da Tommaso Grossi
di Tommaso Grossi
Vallardi Editore Milano
1958 pagine 484

   





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