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      - È là dentro, - gli rispose un d'essi, accennandogli un uscio, e nello stesso tempo corse in atto ossequioso ad aprirglielo. Marco senza sospetto alcuno si fa innanzi, passa la soglia, entra in un lungo stanzone; ed ecco appena vi ha posto il piede, l'uscio gli si richiude addosso di colpo, sonante di ferramenti; e in un batter d'occhio balzan fuori da vari nascondigli sei uomini armati, tutti coperti di maglia, col mariotto in capo e la visiera bassa, che lo assaliscono ad un tempo da ogni parte. Nel primo impeto gli fecer due ferite, una nella gola, una in un fianco: poi gli si strinsero addosso pigliandolo qual per le spalle, quale attraverso la persona, quale avviticchiandosegli alle gambe per farlo cadere. Egli corse con una mano al fianco sinistro cercandovi il pugnale, ma non ve lo trovò, chè uno degli assalitori avea avuto l'accorgimento e la destrezza di levarglielo nel punto che gli s'era gettato alla vita. Marco si vide perduto, nè volle però morire senza contrasto: levò in alto un pugno, che nessuno potè tenergli, e lo calò con tanta forza sul capo d'uno che gli avea data in quel punto una stoccata nel petto, che il percosso stramazzò sul pavimento come un toro colpito dal maglio. Ma gli altri continuando pur sempre a stargli serrati dattorno, lo trascinarono tutto grondante di sangue presso una finestra che dava sulla via; ivi presolo per le braccia, per la vita e per le gambe, lo sollevaron di peso, e datogli una spinta lo precipitarono a capo in giù sul selciato, dove pochi momenti dopo spirò.


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Marco Visconti - Storia del Trecento cavata dalle cronache di quel tempo e raccontata da Tommaso Grossi
di Tommaso Grossi
Vallardi Editore Milano
1958 pagine 484