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      CONCLUSIONE
     
      Il menestrello di Lucca, sia che andasse presso a una falsa voce giunta in Toscana, sia che conoscendo il vero, e parendogli troppo nudo ed arido, abbia voluto raffazzonarlo un tantino per dargli più vaghezza e far più colpo colla sua canzone, ci verrebbe a far credere che Marco e Bice furono sepolti insieme nel castello di Rosate; ma noi, con delle buone prove alla mano, possiamo invece assicurar il lettore che il Visconti fu seppellito molto onorevolmente in Milano nella chiesa di Santa Maria Maggiore; e la sposa d'Ottorino, sappiam di buon luogo, che fu portata a Limonta com'ella avea domandato. E vogliamo averlo detto, perchè non si tenga che noi reputiamo forse essere privilegio dei soli storici, degli annalisti, dei cronisti, di quelli insomma che fanno professione di dir la verità, il raccontare francamente quello che non sanno, o quello che sanno Dio sa come; il tacere quello di cui sono ben informati, l'esornare, l'amplificare, il travestire, l'inventar di pianta; l'usare insomma di tutti quegli artifizi che la rettorica insegna, e la prudenza spesso consiglia. Signori no: noi protestiamo di credere che questo è un privilegio di cui usano qualche volta anche i poeti.
      Fatta questa professione di fede, che era troppo necessaria, parrebbe che non ci restasse più altro a dire; però che, dopo la morte di quel che chiamano il protagonista, la storia propriamente è finita. Noi però, se non fosse di sconcio ai lettori, vorremmo aggiungere ancora quattro parole intorno agli altri personaggi che occuparono per tanto tempo la scena; e lo vorremmo principalmente per consolazione delle donne gentili, le quali, così tenere com'elle sono, si lasciano ire agevolmente a porre qualche affetto alle persone colle quali praticano un po' alla lunga, per quanto poco esse valgano, mosse a ciò dalla propria cortesia, piuttosto che dall'altrui virtù: e per questo è da compatirle, che dico? da saperne loro buon grado, se si mostrano poi vaghe d'intenderne le novelle anche un po' pel minuto.


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Marco Visconti - Storia del Trecento cavata dalle cronache di quel tempo e raccontata da Tommaso Grossi
di Tommaso Grossi
Vallardi Editore Milano
1958 pagine 484

   





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