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      Dimostra che questo gas si trova nell'aria e lo chiama aria del fuoco.
      Il modo di formazione dell'ossigeno dal carbonato d'argento è interessantissimo; nel § XXXVIII del suo Trattato dell'aria e del fuoco egli scrive:
      Io presi una soluzione d'argento nell'acido nitroso, la precipitai coll'alcali del tartaro, lavai ed essiccai il precipitato; io ho messo questa calce d'argento in una storta per ridurla a fuoco nudo; attaccai al collo della storta una vescica vuota; bentosto la vescica fu dilatata dall'aria che si sviluppava. Terminata la distillazione io trovai nella storta la calce d'argento in parte fusa, e con brillante metallico. Avendo ottenuto il precipitato coll'alcali di tartaro che è sempre unito all'acido aereo e quest'acido attaccandosi alla calce d'argento quando questa si precipita, quest'acido era pur esso entrato nella vescica. Io lo separai col latte di calce e rimase la metà dell'aria, che era dell'aria del fuoco pura
      .
      Quanta abilità analitica, in quel tempo! Evidentemente egli aveva dal nitrato d'argento ottenuto il carbonato d'argento, che poi si decompose nel modo seguente:
     
      Ag2CO3 = Ag2 + CO2 + O.
     
      Egli indicò i primi ed esatti metodi per assorbire l'ossigeno, come, ad esempio, mediante il fegato di solfo, e con solfato ferroso e potassa.
      Per dimostrare che nell'acqua comune vi è sciolto dell'ossigeno, cioè è aerata, opera in questo modo:
      Io prendo (scrive Scheele), ad esempio, un'oncia di acqua, vi verso circa quattro gocce di una soluzione di vetriolo di Marte e due gocce di alcali di tartaro, diluito con un poco d'acqua; si forma subito un precipitato d'un verde scuro, che ingiallisce alcuni minuti dopo, allorquando l'acqua contiene dell'aria del fuoco; ma nell'acqua bollita e raffreddata senza aver avuto comunicazione coll'aria libera, o nell'acqua distillata di recente, il precipitato conserva il suo colore verde e non ingiallisce che un'ora dopo, e se è stato conservato in bocce piene e senza comunicazione coll'aria esterna, non ingiallisce affatto


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Biografia di Carlo Guglielmo Scheele
di Icilio Guareschi
Utet Torino
1912 pagine 81

   





Trattato Scheele Marte