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      Quando egli prendeva ad esaminare una sostanza nuova la considerava sotto tutti gli aspetti e l'esame che ne faceva era completo.
      Valga l'esempio del minerale di manganese. Egli prende ad esaminare la allora cosidetta magnesia nera, ciò che ora si chiama biossido di manganese o pirolusite; la scalda sola o meglio con acido solforico e scopre l'aria vitale o aria del fuoco detta poi ossigeno.
      Scalda a fusione la magnesia nera con potassa e ne ottiene il manganato potassico che denomina camaleonte minerale, il quale dà una soluzione verde che cogli acidi passa gradatamente al rosso-violaceo e si trasforma così in permanganato, e dalla soluzione rosso-violetta colla potassa riottiene il manganato verde.
      Tratta la magnesia nera con l'acido muriatico e scopre l'acido muriatico deflogisticato, che fu poi detto cloro, e ne descrive le principali proprietà.
      Rimostra che la magnesia nera è una terra o meglio una calce di un metallo, manganese, che egli tenta di ottenere libero, e che fu poi ottenuto da I. G. Gahn nel 1774 e da Hjelm nel 1782.
     
      Fig. 4. - Strumenti ed apparecchi usati da Scheele per i gas.
     
      Scheele fu il primo a scoprire il manganese nelle ceneri delle piante. Nella sua bella Memoria: De la manganèse vi è un capitolo intitolato: De la présence de la manganése dans les cendres des végétaux. A pag. 109 scrive: "La manganèse existe donc effectivement dans les cendres; j'en ai trouvé très-peu dans les cendres du cumin sauvage (serpillum); il y en a davantage dans les cendres de bois". Il Carradori ed altri poi confermarono che il manganese trovasi nelle piante.


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Biografia di Carlo Guglielmo Scheele
di Icilio Guareschi
Utet Torino
1912 pagine 81

   





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