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      Egli in seguito dimostrò che l'acido ossalico delle piante è identico col così detto acido saccarino che Bergman aveva ottenuto dallo zucchero coll'acido nitrico.
      La sua scoperta dell'acido tartarico ebbe pressochè la stessa sorte: mandò la Memoria a Stockholm nel 1769, ma non fu pubblicata. Egli però confidò la sua scoperta a Retzius, il quale ripetè le esperienze, ottenne il nuovo acido puro e cristallizzato e nel 1770 pubblicò la Memoria: Essai sur le tartre et sur l'acide qu'il cotient; dichiarando però che Scheele, Pharmaciae studiosus, avido di apprendere ed assai abile, era riuscito ad ottenere dal tartaro delle botti un nuovo acido diverso per le sue proprietà da tutti quelli conosciuti. La sua scoperta dell'acido tartarico fu dunque pubblicata dal Retzius.
      Scheele tratta il tartaro a caldo colla calce, ottiene il tartrato di calcio insolubile, che lavato e decomposto coll'acido vetriolico fornisce il nuovo acido libero.
      È questo lo stesso metodo che gli servì a scoprire gli acidi citrico, malico, ecc.
      Da Duhamel, da Marggraf e da Rouelle si era sospettato che il cremore tartaro contenesse un acido speciale. Però fu Scheele ad ottenerlo libero nel 1768.
      Nel 1784 scopre l'acido citrico nel succo di limone e l'ottiene allo stato cristallino; tratta il succo chiarificato e bollente con carbonato di calcio (creta) sino a che non abbia più effervescenza, raccoglie il precipitato di citrato di calcio su filtro, poi lo decompone con acido solforico diluito. In fondo è questo il metodo che serve ancora oggi.


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Biografia di Carlo Guglielmo Scheele
di Icilio Guareschi
Utet Torino
1912 pagine 81

   





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