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      Col dare a Cesare ciò che è di Cesare è atto doveroso; in questo caso speciale, il riconoscere i meriti di Guglielmini non vuol dire togliere i meriti al Romé de l'Isle ed all'Haüy, ma vuol dire riconoscere come proprie a Guglielmini quelle idee che poi meglio furono svolte dai due grandi mineralogisti e cristallografi francesi, senza ricordare il nostro grande naturalista. Si deve scorgere in Guglielmini il vero precursore di Romé de l'isle e di Haüy.
      L'opera scientifica di Guglielmini si è prodotta dal 1680 al 1710, cioè essenzialmente alla fine del secolo XVII, quando il metodo sperimentale era in pieno svolgimento, specialmente in Italia.
      È bene avere almeno un poco di entusiasmo per la scienza, ma non dobbiamo solamente elogiare la scienza moderna. Il dire che all'epoca attuale si può qualificare la scienza non solamente in senso relativo, ma anche assoluto, come meravigliosa, parrebbe quasi che anche in altri tempi non fosse meravigliosa. La meraviglia è più o meno grande secondo il grado di cultura di chi pensa a queste cose. E ai tempi di Franklin, quando questo grand'uomo dimostrava che il fulmine era dovuto all'elettricità, non era questo un fatto meraviglioso? E le scoperte di Lavoisier, di Spallanzani, i metalli alcalini di Davy, la pila di Volta, non erano e non sono cose ancora meravigliose? E non era meravigliosa la scoperta della legge della conservazione dell'energia, e tutte le esperienze sulla termocrosi (Melloni) e la scoperta della spettroscopia, ecc. ecc.? E non sono meravigliose le leggi di Kepler?


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Domenico Guglielmini e la sua opera scientifica
di Icilio Guareschi
Utet Torino
1914 pagine 188

   





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