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      L'Accademia del Cimento, fondata nel 1657, è stata la prima associazione che coltivò con vero profitto la scienza. Il famoso motto provando e riprovando è giustamente interpretato dall'Hallam come la regola fondamentale dell'Accademia, nel senso che "si esige come articolo di fede di abiurare ogni fede, e di prendere la risoluzione di ricercare la verità senza preoccuparsi di qualunque setta filosofica".
      Relativamente alla scienza dei secoli anteriori, quella del secolo XVII era eminentemente sperimentale. "Nella evoluzione della scienza, scrive Claude Bernard, il periodo d'esperimentazione appare in ultimo; è il periodo scientifico il più elevato, che rappresenta la scienza già adulta".
      Se il secolo XVI fu chiamato l'età dell'oro, lo deve essere non tanto per la sublime emanazione artistica, quanto, io dico, per le scienze che vi incominciano il loro trionfale cammino. La corruzione del periodo dell'età dell'oro diede origine alla Riforma, il centro di gravità della cultura si sposta ed è portato oltr'Alpi. La causa? Dovremmo forse incolparne le arti, il cui sviluppo quasi eccessivo ha prodotto anche l'eccessivo godimento materiale?
      Che sia vero il detto di Shakespeare che la bellezza abbia più potere di trasformare la virtù in vizio, che non ne abbia la virtù di trasformare la deformità in bellezza?
      In questo secolo l'Italia era senza dubbio in decadenza, e forse si accentuò allora quella emigrazione di molti dei nostri migliori ingegni, la quale tanto crebbe nel secolo successivo.


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Domenico Guglielmini e la sua opera scientifica
di Icilio Guareschi
Utet Torino
1914 pagine 188

   





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