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      Abbiamo dato i primi filosofi positivisti moderni: Pomponazzi, Telesio, Patrizi, Bruno, Campanella, Sebastiano Basso, tanto bene illustrati con grande amore, sapienza ed imparzialità da storici e da filosofi tedeschi, inglesi e francesi. Cesare Cremonini è da mettersi fra i migliori filosofi che stanno a cavallo fra il secolo XVI e il secolo XVII: nato nel 1552, morì nel 1631.
      E ciò non di meno il sig. Nourrisson, nel suo libro: Tableau des progrès de la pensée humaine depuis Thalés jusqu'à Hegel, Paris 1886, non ricorda nessun italiano, quasichè tutti i nostri grandi scienziati, pensatori, filosofi, ecc., non fossero esistiti!
      E se l'Europa non è caduta sotto la scimitarra turca, lo si deve alcun poco all'Italia; non fu Venezia il gran baluardo d'Europa? Non furono le vittorie strepitose di Eugenio di Savoia, non vi ebbe buona parte anche il conte Marsigli come scienziato, generale ed ingegnere? E alla battaglia di Lepanto, non erano in buona parte le armi italiane con Sebastiano Veniero e Andrea Doria? Quando Venezia e Genova portavano la civiltà nell'Adriatico e nell'Oriente, cosa era la civiltà nordica?
      E Giuseppe Mazzini non portò per tutt'Europa la fiaccola della libertà? Non furono forse, le guerre e costituzioni napoleoniche, originate dalla rivoluzione francese e le idee sociali e politiche di Mazzini e dei suoi correligionari che fecero nascere in tutt'Europa il grande movimento rivoluzionario del 1848?
      È veramente vergognoso e basso il modo col quale si è descritto lo stato dell'Italia nel sec.


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Domenico Guglielmini e la sua opera scientifica
di Icilio Guareschi
Utet Torino
1914 pagine 188

   





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