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      E a pag. 18 continua:
      Se ciò non vi soddisfa, contentatevi adunque di osservar meco i Cristalli sensibili di un medesimo Sale grandi o piccoli che siano, hanno tutti la medesima figura, non dipendendo dalla maggiore o minore quantità della materia, la coordinazione delle parti. Anzi, il salnitro nel fiorire che fa nei muri (sia esso o deposto dall'aria o uscito fuori dalla medesima sostanza delle pietre, che ciò per ora non cerco) si osserva disposto in sottilissime fila dell'istessa figura, che nei cristalli di esso si manifesta. Avranno dunque l'istessa anche quelli che non possono cadere sotto i sensi, e così tutte le minime particelle del sale che notavano sciolte nell'acqua prima della cristallizzazione, avranno la figura poscia introdotta nei cristalli maggiori e militando la stessa ragione anco delle parti più picciole, arriveremmo a conoscere che le ultime parti della materia, quelle cioè che per niuna forza di agente naturale, ponno essere divise in particelle minori, hanno una figura determinata che non ponno mai perdere, impressale nella loro creazione
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      Ed in altri luoghi discorre, discute, intorno agli atomi, quali costituenti della materia. È forse questa la prima volta che il concetto atomistico, il concetto delle minime particelle, della costituzione della materia, si applica all'esperimento.
      Egli cerca già di classificare le sostanze cristalline e nel cap. XXVI della Memoria del 1705 dice: "Per la qual cosa, poichè il tartaro, lo zucchero ed il vetriolo presentano i cristalli figurati allo stesso modo, diciamo che appartengono al genere vetriolico".


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Domenico Guglielmini e la sua opera scientifica
di Icilio Guareschi
Utet Torino
1914 pagine 188

   





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