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      Stabilite così le cose, non dubitai doversi a te intitolare, ottimo Mecenate, che rifulgi non solo per la nobiltà dei natali, per l'ineffabile soavità dei costumi e per l'onestà, ma eziandio per l'amore alle belle lettere e per il magistero delle scienze naturali, quanto ho testè per tuo consiglio o per tuo comando (imperocchè stimo pari a comando i tuoi consigli) radunato sulla natura dei sali, giudicando che io avrei trovato in te unicamente non solo un patrono, ma eziandio un giusto giudice, conoscitore sopra tutti dell'argomento onde si tratta. Permetti adunque, o illustrissimo ed eccellentissimo Signore, che, smesse le formule artificiose del dire, con le quali sole l'età nostra, non so bene se per adulazione o per urbanità, impone di parlare a magnati tuoi pari, usando della libertà del filosofo e della semplicità di loquela, io comunichi teco ciò che altrimenti e non una sola volta a fior di labbra, ho detto pubblicamente e privatamente.
      Affinchè dunque io possa più comodamente raggiungere lo scopo, giudico di dover procedere per altra via da quella tenuta altra volta, e poichè nelle Osservazioni filosofiche io avevo seguito, per rintracciare la causa della costanza di configurazioni nei cristalli salini, il metodo analitico, ora ho in animo di procedere per la via della sintesi, mercè della quale più facilmente si trascorre attraverso i fenomeni, e la dottrina si diffonde più ampiamente; imperocchè, siccome l'analisi è acconcissima alle scoperte, così esperimentiamo attissima all'esposizione la sintesi.


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Domenico Guglielmini e la sua opera scientifica
di Icilio Guareschi
Utet Torino
1914 pagine 188

   





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