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      VI. Per chiarire, quanto è possibile, questa idea del sale, vuolsi osservare che essa consta di tre altre idee più semplici: 1° dell'indivisibilità; 2° della figura terminata da superfici piane; 3° della stessa figura, ma semplice. Infatti, altrettante proprietà sembrano ricercarsi in ciò che vuolsi dir sale.
      VII. L'indivisibilità si esige, non per una ragione sola, attesochè la stessa figura, che si osserva nei sali, puossi rinvenire in qualsiasi genere di sostanze, le quali, per quanto siano composte, non possono tuttavia desumere la propria essenza dalla figura. È necessario che si stabilisca quella data mole, nella quale la figura possa fare le veci di differenza essenziale; siffatta mole poi non è altro se non quella di cui non si può ottenere una minore e che perciò appunto si suppone come non ismembrabile, vale a dire indivisibile. Nè pensiamo di aver noi qui nulla di comune con i seguaci di Descartes quando giudicano che la materia si può dividere all'infinito; imperocchè noi sappiamo bene che ciò deriva dalla natura dell'"esteso" (cioè di un corpo occupante spazio), non però in siffatto modo che si possa ottenere la divisione attuale di tutte quante le parti escogitabili, per mezzo delle forze naturali, le quali, per essere di potere limitato, è giocoforza che si arrestino pur finalmente ad una determinata mole; e questa è quella che noi diciamo indivisibile. Oltre a ciò, se noi vogliamo confessare che la materia, come pare affermarlo l'autorità delle Sacre Scritture, fu creata da Dio, è ragionevole il credere che essa non fu già creata sotto specie di una qualche quantità continua, smembrabile poscia dal moto in particelle impercettibili, ma bensì che queste stesse furono il termine di creazione, determinate in quanto alla mole, alla figura e al numero.


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Domenico Guglielmini e la sua opera scientifica
di Icilio Guareschi
Utet Torino
1914 pagine 188

   





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