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      E poichè dall'analisi delle nostre Osservazioni consta che la configurazione nelle particelle prime dei sali vuole essere la medesima che si osserva nei loro cristalli, e che questa è sempre qualcuna di quelle che sono terminate da superfici piane, ne segue che la figura terminata da superfici piane è quella la quale costituisce la differenza essenziale tra le particelle saline e le altre, diverse per natura da quelle; e conseguentemente le particelle elementari dei sali saranno corpuscoli indivisibili, terminati da superfici piane.
      IX. Ciò che poi soggiungemmo, dover cioè le suddette superfici piane conservare a vicenda una tale inclinazione da racchiudere una qualche figura semplice, non fu detto da noi in quanto noi riteniamo impossibile che l'idea dei sali si riduca necessariamente a semplicità di figure, come a piramidi e a prismi; ma perchè fino ad oggi non consta che si dia un qualche sale la cui figura non si riduca all'una e all'altra delle predette, come apparirà evidente dalle cose che si diranno più innanzi. Del resto, questo almeno è chiaro: che nelle particelle prime dei sali deve esservi quella figura che può permettere, pur conservando il medesimo schema, l'aumento dei cristalli, poichè noi osserviamo che i cristalli dei sali semplici, siano maggiori, siano minori, siano minimi, conservano nelle loro configurazioni una regola costante, la quale è esclusa almeno nelle figure alquanto complicate, se noi le supponiamo nelle particelle prime.
      X. Finchè dunque non si scopra un nuovo sale che ci costringa ad ampliare l'idea delle particelle saline, noi possiamo liberamente, nei nostri ragionamenti, usare dell'anzidetta, come assai chiara e scevra da ogni ambiguità e rispondente ai fenomeni; che anzi noi possiamo facilmente dedurre da essa l'idea dei composti salini, affermando che essi sono quelli che risultano dall'unione reciproca di più particelle saline, in modo però che ciò che concorre alla composizione, o non sia altro che salino, o prevalga siffattamente sugli elementi eterogenei commisti da trarre da questa sua prevalenza la ragione della denominazione.


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Domenico Guglielmini e la sua opera scientifica
di Icilio Guareschi
Utet Torino
1914 pagine 188

   





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