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      Il moto adunque, oltre la sottigliezza delle parti, è necessario. Inoltre, una infiltrazione placida e lenta delle particelle dell'acqua, la quale in nessun modo o troppo debolmente urti i lati dei pori, non basta; imperocchè il sale si potrebbe inumidire e non sciogliere in siffatta guisa; ma richiedesi un movimento alquanto più vigoroso, la cui mercè le particelle dell'acqua facciano impeto contro i fianchi dei pori e ne disgreghino quelle parti, dalla cui unione risultano; nel che avviene particolarmente lo scioglimento. Quindi, perchè i sali si disciolgano, si richiedono entrambe le forze che noi ritrovammo nell'acqua.
      Nondimeno, siccome quella forza, onde il fluido era mosso innanzi che fosse imbevuto di sali, è identica o di poco maggiore a quell'altra da cui il sale, dopo liquefatto, viene agitato; necessariamente il fluido salato sarà mosso da una velocità minore che non il fluido non salato; tanto minore quanto maggiore sarà la quantità di sale disciolto.
      Inoltre, poichè le parti del sale già disciolto, in tanto sono mantenute nella loro piccolezza, in quanto il movimento del fluido è capace di impedire una nuova loro unione, e, quando per caso avvenga, di spezzarla immediatamente; così il medesimo movimento ritardato e affievolito giungerà a un punto tale di languidezza da non poter impedire che le particelle del sale aderiscano tra loro reciprocamente, e, acquistata una mole maggiore, obbediscano piuttosto alle leggi della propria gravità che ai movimenti del fluido e perciò ne abbandonino l'unione; tanto meno poi il moto del fluido potrà impedire che ciò avvenga quanto più serrate e più vicendevolmente tra loro accostate saranno le parti del sale; il che ognuno può capire che avviene quando l'acqua è satura di qualche sale.


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Domenico Guglielmini e la sua opera scientifica
di Icilio Guareschi
Utet Torino
1914 pagine 188