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      Raffaello Caverni(92), con esagerazione, scrive:
      Domenico Guglielmini, nel suo libro De sanguinis natura, per confutare l'errore dell'innata fiamma vitale e per provare che il calore del sangue può essere prodotto da tutt'altre cause che quelle consuete d'operare nelle cucine, così scriveva:
      Quid enim impedit quominus undulationes iis similes quae ab ignis agitatione proficiscuntur etiam ab aliis motibus aetheri imprimantur? An excitabitur in retina igniculus, cum presso exterius oculo lucis scintillae videntur observari?" (Venetiis 1701, pag. 92).
      E nella dissertazione De Salibus, dopo aver co' principî idrostatici dimostrato che le particelle saline sciolte ne' liquidi son così equilibrate, che qualunque minima forza è capace di turbarle da quel riposo, assegna fra queste minime forze anche l'urto, che può una delle così fatte particelle ricevere dall'ondata eterea o dalla pulsazione della luce.
      Cumque tales potentiae motrices plures adsint, aether praeter fluens, lucis pressio et praecipue calor....." (Venetiis 1705, pag. 98), e con ciò veniva alla scienza la prima idea e il primo esempio di un radiometro, misterioso strumento, per cui fu creduto di render sensibile il moto, e il meccanico operar della luce su gli altri corpi".
      Il voler scorgere in queste frasi del Guglielmini la prima idea del radiometro, mi sembra una di quelle esagerazioni, o meglio uno di quegli errori, che arrecano scredito alla storia della scienza e non fanno onore all'uomo che si vorrebbe onorare. Però quel lucis pressio, come spiegarlo?


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Domenico Guglielmini e la sua opera scientifica
di Icilio Guareschi
Utet Torino
1914 pagine 188

   





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