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      Come prelezione al suo insegnamento della medicina in Padova pronunziò un discorso, stampato poi a Venezia nel 1702, dal titolo: Pro theoria medica adversus Empiricam sectam. Praelectio habita Patavii, dum a Mathematicarum scientiarum Cathedra ad primam Theoricae Medicinae transitum fecit, in-8°, ristampata in Utrecht insieme alla precedente dissertazione.
     
      4) Ricerche di astronomia, di fisica, ecc.
     
      La grande importanza del Trattato De Lumine del Grimaldi non fu riconosciuta in Italia, come scrive giustamente il Caverni(93), e altrove, se non dappoi che se ne videro derivare le insigni scoperte neutoniane. E la ragione di ciò almeno in parte, e sempre secondo il Caverni, si deve attribuire al fatto che il Grimaldi non apparteneva alla scuola galileiana. Ma più ancora si deve, secondo me, al fatto principale che i lavori degli Italiani si leggevano, si esaminavamo, si studiavano, ma non si tenevano in considerazione ed era lecito farne di ogni erba fascio.
      Dalle ricerche di Grimaldi prendono le mosse quelle di Newton, il quale però lo ricorda.
      La feconda ipotesi della ondulazione della luce, dovuta in origine a Grimaldi, fu accettata ed ammessa anche dal Guglielmini, tanto nella sua Memoria De sanguinis natura, quanto nell'altra De Salibus, dissertatio epistolaris del 1705.
      Delle relazioni che vi possono essere tra le idee del Guglielmini e quelle che trovansi in alcune delle Questioni di Newton discorre il Caverni nella sua Storia del metodo sperimentale in Italia, vol. 1, pag. 235:


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Domenico Guglielmini e la sua opera scientifica
di Icilio Guareschi
Utet Torino
1914 pagine 188

   





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