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      L'autore, volendo discorrere delle altre scienze, oltre le matematiche, cade in errori gravi e grossolani.
      La storia delle scienze fatta in questo modo trae in errore non pochi studiosi: supponiamo, a modo di esempio, di leggere le poche righe dedicate a Leonardo da Vinci ed a Malpighi: quale idea potremmo farcene? Nessuna, o erronea.
      Questo storico, il Marie, non poteva, nè doveva scrivere di un Malpighi, di un Redi, di un Borelli e di tanti altri; ma dato che ne volesse discorrere bisognava lo facesse in modo degno. Altri scrittori, anche francesi, fra i quali il Milne Edwards, avrebbero a lui insegnato di qual valore erano questi uomini. In questa storia del Marie si discorre in due pagine di Leonardo da Vinci in modo addirittura infantile, ridicolo e che mi vergogno quasi di qui trascrivere. Basti il brano seguente:
      Il a beaucoup écrit, mais presque sans suit; il n'a laissé que des brouillons sur tous les sujets imaginables, et la plupart de ces notes ont été perdues. Il parait avoir le premier déterminé le centre de gravité de la pyramide.
      M. Libri lui attribue beaucoup de vues profondes en Physique, beaucoup d'inventions mécaniques et jusqu'à des recherches intéressantes en Physiologie; mais nous ne pouvons nous rendre garants d'assertions appuyées de preuves très vagues et probablement amplifiées
      .
      E ciò nel 1883, dopo i bellissimi lavori pubblicati su Leonardo da tanti illustri scrittori, fra i quali molti stranieri.
      L'autore tace i nomi di Riemann, di Derichlet e di altri illustri; dei due Jacobi discorre solamente del fisico, a cui si attribuisce la scoperta della galvanoplastica, ma non ricorda nemmeno il nome del grande matematico di Berlino; di Daniele Bernoulli in otto righe; di Marsh, chimico mediocre, conosciuto solamente per la ricerca dell'arsenico, in otto righe, e di Mitscherlich, uno dei più grandi chimici, sette righe; mentre discorre in otto pagine di Fourcroy, nemmeno una per Dalton; dieci righe per Black e tre pagine per Baumé! Sono enormità! Quasi nulla poi degli italiani.


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Domenico Guglielmini e la sua opera scientifica
di Icilio Guareschi
Utet Torino
1914 pagine 188

   





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