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      Aveva fiducia in sè, perchè egli stesso sentiva di essere capace a scoprire e perfezionare i suoi metodi analitici.
      Faraday giustamente diceva che quei cultori della scienza i quali vanno in cerca della rinomanza hanno sempre in sè stessi un'ombra di invidia e di amarezza nel cuore; ed è vero, lo vediamo tuttora; ma Berzelius era ben superiore a questi bassi sentimenti.
      Nel corso della sua lunga carriera, scrive Wurtz, interamente consacrata alla scienza, egli ebbe tutti gli onori che possono essere conferiti ad un uomo di scienza: titoli accademici e titoli di nobiltà, posizione elevata nell'insegnamento e nello Stato, fortuna e considerazione pubblica, ma tutto ciò non diminuì affatto in lui il gusto del lavoro e l'amore alla scienza
      .
      Ostwald scrive che Berzelius apparteneva al tipo degli scienziati lenti e circospetti; egli non s'inoltrava mai che a passo a passo; e noi dobbiamo convenire che egli ha fatto in vari dominî della scienza dei lavori imperituri, grazie a questa maniera di essere e di procedere.
      In un lungo viaggio che il Berzelius fece all'estero, soggiornò in Francia quasi un anno, dall'agosto 1818 al luglio 1819. Strinse amicizia specialmente col giovane Dulong, insieme al quale eseguì nel laboratorio di Berthollet ad Arcueil il bel lavoro sulla composizione quantitativa esatta dell'acqua e sul peso specifico dei gas.
      Berzelius morì il 7 agosto 1848, serenamente; la sua morte fu un vero lutto per la scienza.
      Un breve, ma bello, cenno necrologico fu scritto dal Poggendorff nei suoi Ann. der Phys. u. Chem.


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Jons Jacob Berzelius e la sua opera scientifica
di Icilio Guareschi
Utet Torino
1915 pagine 398

   





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