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      VI).
      Loda assai le ricerche di Poggiale sulla solubilità dei sali(68) ed anche uno dei primi lavori di questo chimico, assai difficile pel tempo, cioè sulla composizione dei principi attivi: la smilacina, la salsaparillina, ecc.(69).
      Ricorda le ricerche di Cassola, il quale scoprì la cubebina ed il principio amaro del Lupinus albus(70).
      Nei suoi Jahresberichte ricorda anche qualche altro chimico italiano, ma ne riconosce la deficienza; del Cenedella, ad esempio, riassume un lavoro sul cianuro di rame e di potassio(71) e ne conclude: "perchè le sue esperienze rivelano la confusione delle sue idee e la sua poca abilità nelle ricerche sperimentali".
      Il nostro Matteucci(72), che nei primordi della sua carriera seguì la via farmaceutica e fece vari lavori di chimica, tentò di determinare sino a qual punto i due atomi di azoto che si trovano nelle basi organiche possano influire a considerare le proprietà basiche come dipendenti da un doppio atomo d'ammoniaca(73). Egli tentò di decomporle coll'elettricità e trovò che la narcotina, ad esempio, che non possiede reazione alcalina, va al polo negativo e che invece agendo sulla morfina si sviluppa abbastanza ammoniaca per formare coll'ossido di rame una soluzione azzurra. "Questi dati, scrive Berzelius, lasciano molto a desiderare, ma questa idea merita tuttavia di essere coltivata con cura"(74).
      Ricordando alcune esperienze di Blengini(75) sull'azione degli alogeni sulle basi vegetali, scrive in ultimo: "Questi risultati ci dànno una idea poco soddisfacente dell'esattezza delle osservazioni colla quale queste esperienze sono state condotte".


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Jons Jacob Berzelius e la sua opera scientifica
di Icilio Guareschi
Utet Torino
1915 pagine 398

   





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