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      Questi fili possono essere di qualunque metallo; ammettiamo intanto ch'essi siano d'oro o di platino, perchè questi metalli non si combinano con alcuna parte costituente del liquido, che si separa da un lato o dall'altro.
     
      [vedi fig_131.png]
     
      Ammettiamo, inoltre, che il liquido sia una soluzione acquosa di solfato potassico, sale composto, come già abbiamo visto, di acido solforico e di potassa. Mettendo in contatto i fili N e P coi poli della pila, si stabilisce una corrente elettrica che passa attraverso il liquido; -E va da N a P, e +E da P ad N. Nel momento in cui comincia la corrente elettrica, i fili metallici si coprono di bollicine di gas, che si staccano e salgono nei bracci del tubo; esse provengono dalla decomposizione dell'acqua. Questo liquido è composto, come già abbiamo detto, di due elementi: ossigeno e idrogeno, nel rapporto di un atomo del primo e di due atomi del secondo. Non potendo esistere allo stato libero che sotto forma di gas, assumono questa forma nel momento in cui essi vengono separati, si depositano sui fili, e raggiungono in seguito la superficie libera del liquido, dove si può, con l'aiuto di un apparecchio adatto, raccoglierli separatamente. Il gas idrogeno va al conduttore negativo N, mentre il gas ossigeno si accumula sul conduttore positivo P. Misurando i gas raccolti, si vede che il volume del gas idrogeno è esattamente il doppio di quello del gas ossigeno, rapporto uguale a quello col quale questi gas sono combinati nell'acqua.
      Ma il solfato potassico è ugualmente decomposto: si separa della potassa, che va al - conduttore N, e dell'acido solforico che va al + conduttore P. La potassa e l'acido solforico essendo entrambi solubili nell'acqua, rimangono nel liquido, il cui sapore diventa acido vicino a P e alcalino vicino ad N. La potassa e l'acido solforico possono anche essere decomposti dalla loro parte; ma finchè l'acqua, più facilmente decomponibile, si trova in eccesso, gli altri due corpi su accennati non vengono alterati


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Jons Jacob Berzelius e la sua opera scientifica
di Icilio Guareschi
Utet Torino
1915 pagine 398

   





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