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      LETTERA DI F. WÖHLER A J. LIEBIG.
      Göttingen, 30 maggio 1837.
      Ho inutilmente atteso finora la fine della nostra Memoria; volevo vedere ciò che tu vi dicevi della catalisi e prevenire ad ogni costo considerazioni come quelle che hai stampato nel tuo Geiger (pag. 84)(363), caso mai tu avessi creduto bene di ripeterle. Io trovo poco amabile la maniera con cui esprimi il tuo disaccordo dalle idee di Berzelius che è amico tuo personale: non volermene male se ti dirò schiettamente la mia opinione e se cadrò così nell'errore che ti rimprovero. Nessuno può pretendere che noi dividiamo interamente il modo di vedere di un altro, fosse pure la più grande autorità: questo è evidente. Ma mi pare che non si dovrebbe esprimere il proprio risentimento in un modo tanto vivace, soprattutto ad un uomo che tanto ha fatto per lo sviluppo della scienza e i cui lavori sono le vere fondamenta su cui la giovane generazione edifica oggi. Dire crudamente ad un uomo tale, ch'egli esercita una nefasta influenza sul progresso scientifico, non può certo essere ascritto come una gentilezza di chi lo dice e tanto meno come un tentativo di fare avanzare la scienza. E con ciò sono persuaso che se tu leggessi una volta ancora attentamente l'articolo Catalisi dei Jahresberichte di Berzelius, riconosceresti che la sua opinione a quel proposito non differisce dalla nostra e che egli cercò semplicemente di indicare una relazione fra diversi ordini di fenomeni che noi oggi non ci spieghiamo e che neppur egli, come noi, non crede ad una nuova forza particolare.


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Jons Jacob Berzelius e la sua opera scientifica
di Icilio Guareschi
Utet Torino
1915 pagine 398

   





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