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      E l'ufficiale aprì senz'altro la porta, e così il Sequi e il Franceschini si trovarono in faccia all'Eroe, che memore del beneficio tendeva le braccia al Sequi, e gli diceva:
      Venite, amico." Il dottor Franceschini commosso piangeva dirottamente, e all'ufficiale che attonito restava immobile nel vedere quella scena inaspettata, si rivolse Garibaldi e gli disse: "Voi non volevate introdurre da me questo mio amico; questo è il mio salvatore, al quale diedi in ricordo l'anello di Anita, che voi mi avete rimesso, e che io gli restituisco." Volle il Generale che gli fosse raccontato dalla bocca del Sequi il salvamento nella valle di Bisenzio, e fece accettare a lui ed al Franceschini una refezione nella stessa sua camera, e quando furono congedati con mille attestati di gratitudine, passando per l'anticamera si trovarono circondati da un gruppo di giovani garibaldini, che corsi alla notizia dell'accaduto, acclamarono nel modo più entusiastico ai due liberatori del loro amato Generale(4).
     
     
     
      II
     
      DA PRATO AL BAGNO A MORBO
     
      La vettura noleggiata per i profughi dall'egregio Martini era a quattro ruote e ad un cavallo, adatta cioè alle vie pianeggianti che esistono fra Prato e Poggibonsi, e non tale da richiamare l'attenzione di chicchessia. La conduceva Vincenzo Cantini, garzone di Angiolo Franchi tenutario di vetture pubbliche, e credeva di condurre verso la Maremma due mercanti di bestiame, che colà si portavano per fare acquisti. A tutto aveva pensato il previdentissimo patriotta pratese.


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Dal Molino di Cerbaia a Cala Martina
Notizie inedite sulla vita di Garibaldi
di Guelfo Guelfi
Salvatore Landi Firenze
1889 pagine 102

   





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