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      E qui cade in acconcio raccontare un aneddoto, che mostra la serenità d'animo del Generale nelle circostanze più difficili della sua vita avventurosa, e insieme la perenne memoria che conservava poi beneficî ricevuti. - Era la sera del 2 Ottobre 1860, e per tutto quel giorno memorando aveva Garibaldi perigliato sul campo di battaglia di Santa Maria di Capua; più volte si ora veduto sfuggire la vittoria, e più volte aveva saputo riafferrarla co' suoi lampi di genio, coll'entusiasmo che faceva risorgere la sua presenza fra i volontari. Affaticato dai disagi della giornata, e dall'incertezza di quella pugna che per lui valeva più di un regno - valeva l'unità della patria - si era gettato su di un letticciuolo, e stava fumando modestamente il solito suo mezzo sigaro, quando chiese di vederlo Cammillo Serafini. Non si erano più incontrati dal 1849, e fu subito fatto passare nella camera per ordine del Generale. Eravi Bixio assiso su di una seggiola al capo del letto ove Garibaldi si era gettato. Quali cortesi accoglienze si avesse il Serafini dal Dittatore, è inutile il dire. Basti il sapere che rivoltosi a Bixio gli raccontò questo periodo del suo trafugamento, e rammentò le gentilezze avute dal Serafini, e con compiacenza narrò al suo compagno d'armi la grata sorpresa di una cacciata fatta sotto i suoi occhi dal cortese suo ospite. Così era quest'uomo straordinario, e in mezzo ai gloriosi fatti svolti poche ore fa, il suo animo aveva sempre un ricordo gentile per quanto aveva ricevuto nei giorni di sventura.


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Dal Molino di Cerbaia a Cala Martina
Notizie inedite sulla vita di Garibaldi
di Guelfo Guelfi
Salvatore Landi Firenze
1889 pagine 102

   





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