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      - Fu discusso dai fratelli Lapini insieme al Guelfi il progetto di andare ad incontrare Garibaldi con numero tale di giovani da renderlo sicuro da un colpo di mano del Governo Granducale, ed era facile riunire questo numero tanto a Massa, quanto a Scarlino, che avevano dato buon nerbo di volontari al Governo Democratico. - Ma fu subito abbandonata l'idea, che se era buona a condurre in salvo Garibaldi fino al mare, e se più si adattava alla natura di quei fieri maremmani, avrebbe poi impedito all'Eroe di andare più in là. - Ecco perchè pochi e risoluti ebbero l'onore di prendere parte all'impresa. Un numero maggiore non era tale da mantenere il segreto; tanto è ciò vero che per imprudenza di uno di coloro che ne erano a parte il 2 Settembre, cioè il giorno di poi, la polizia di Massa era informata del passaggio di Garibaldi avvenuto la notte stessa, e all'ottimo dottor Ricciardi, autore dell'opuscolo citato, diceva il Vicario (che per la sua bigotteria gesuitica era chiamato a Massa suor Caterina) di aver prese tutte le sue misure, e questa volta il bandito non potergli sfuggire(17). - E quando il bigotto Vicario così parlava l'opera dei patriotti toscani era felicemente compiuta. - La modesta vela di una navicella portava con sè il predestinato, che dopo 10 anni doveva colle sue gesta gloriose rendere possibile al popolo italiano il costituirsi in nazione, e spazzare da sè per sempre quei tirannelli, di uno dei quali il furibondo suor Caterina era servitore abietto e zelante.


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Dal Molino di Cerbaia a Cala Martina
Notizie inedite sulla vita di Garibaldi
di Guelfo Guelfi
Salvatore Landi Firenze
1889 pagine 102

   





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