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      Passò oltre la piccola brigata, e il Cardini col cuore ormai deturpato dal suo vecchio mestiere, tornando la sera al paese, ripetè di avere veduto il giorno stesso Garibaldi traversare il piano di Scarlino, e disse ciò al suo padrone noto e zelantissimo reazionario, il quale però sapendo contemporaneamente come fra i componenti la brigata sospetta vi fosse suo fratello Oreste, non ne fece nessun caso. L'ex-gendarme però era invasato dal turpe desiderio di un lauto guadagno, e voleva andare a denunziare il fatto ai gendarmi di Follonica, ma pensò bene di non farlo quando fu prima sconsigliato, poi minacciato della vita da Giorgio Fontani altro fratello ad Oreste; e sapeva bene il vigliacco delatore che la faceva con uomini capaci di mantenere la promessa.
      E qui vogliamo dire cosa che se non aggiunge gloria alla meritata fama di disinteresse del Capitano del Popolo, torna di onore immenso a quei generosi che erano disposti a far sacrifizio della vita e degli averi per condurlo in salvamento. Il capitano Leggero camminava spesso di coppia con Giuseppe Ornani, e presso a poco nel luogo detto di sopra, ragionando fra loro, gli disse come tutto il denaro di cui disponesse il Generale consisteva in dieci monete (forse voleva dire pezzi da 20 lire), ma che il Serafini colla sua squisita gentilezza aveva messa a disposizione di Garibaldi una qualche somma, depositandola su di un mobile della camera da lui abitata. - E questo avveniva quando i sicarii della penna cercavano con ogni maniera di calunnie insozzare la bella fama del Generale.


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Dal Molino di Cerbaia a Cala Martina
Notizie inedite sulla vita di Garibaldi
di Guelfo Guelfi
Salvatore Landi Firenze
1889 pagine 102

   





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