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      - Risposero: "Il paese ha mille abitanti, e si può contare su tutti i giovani, ma venti almeno ci seguono, chè altrettanti sono tornati da poco, ed erano volontarî del governo di Guerrazzi." Allora il Capitano si avvicinò a Garibaldi, e gli disse con fuoco: "Generale, ricominciamo di qui?" - E i quattro Scarlinesi stavano pronti ad aspettare gli ordini. - Ma il Generale guardò prima in faccia i suoi compagni, un lampo di gioia rasserenò la sua fronte, vedendosi circondato da uomini così risoluti, poi rifacendosi cupo, rispose: "Si porterebbero ad inutile carneficina; piuttosto i padri penseranno ad educare i loro figli per il giorno della riscossa." - E fu continuato il cammino.
      Percorsero sulla Via Dogana per forse duecento metri, poi deviarono a sinistra per una stradella, entrando nel bosco delle "Piane di Meleta," e si fermarono a riposarsi all'ombra di una quercia. Era questo il luogo nel quale aveva dato convegno Pietro Gaggioli. E infatti l'infaticabile Giccamo era al suo posto. Si chiama la località "Fonte al Leccio," ma di fonte non vi è che il nome, tantochè sentendosi il Generale preso da sete, sia per il cammino accelerato, sia a causa del calore estivo che principiava a sentirsi coll'alzare del sole, bisognò ricorrere alla prossima casa poderale di Meleta; vi andò Giuseppe Ornani, e ritornò insieme a tale Giovanni Lorenzi che vi risiedeva, e al quale aveva richiesta un poca d'acqua per dissetare una brigata di cacciatori. Venne il Lorenzi con una fiasca di vimini, e bevvero tutti l'acqua mista a rhum, del quale Giccamo aveva pensato di provvedersi.


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Dal Molino di Cerbaia a Cala Martina
Notizie inedite sulla vita di Garibaldi
di Guelfo Guelfi
Salvatore Landi Firenze
1889 pagine 102

   





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