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      E qui mi gode l'animo di riportare una parte di lettera che scrissi nel 27 novembre 1848 al signore Andrea Padovani gentiluomo livornese, in risposta di certa sua nella quale tenevami proposito di Ridolfo Castinelli, non voluto da un partito deputato a Pisa, e non pertanto eletto a Pisa e a Castelfranco, patria dei miei padri, per opera in ispecie dei miei parenti ed amici: "Il Ministero è deciso a fare rispettare la Legge, e ha preso le sue disposizioni in proposito: spera che non sarà condotto ad estremità; se lo fosse, con meno jattanza di altri, ma più costanza assai, dichiara, che saprà morire al suo posto. Però supplica che i prudenti non accrescano difficoltà alle già tante che lo tengono oppresso: prudenza dunque e gravità. Tutti si uniscano a noi per creare un governo, una amministrazione, una qualche cosa che difenda e assicuri, e poi ci mandino al diavolo. Se altri ha mezza voglia di mandarci, noi l'abbiamo intera per tornarcene a casa. Per me mi sento sbigottito dalla fatica e dalle rinascenti difficoltà. Questa lettera potrà sembrarti severa, ma ti dimostrerà parimente che io ti stimo e che sono degno della tua amicizia. Addio."
      Confido, che quanti leggeranno questa Apologia, con voglie pronte si affretteranno a mandarmi le lettere che posseggono di mio, le quali valgano ad allontanare da me le turpi imputazioni dell'Accusa. - Certo non mancherà essa di persistere che le mie parole sono astuzie di chi doppio ha il cuore per mostrarsi alla occasione o topo o uccello, come il vipistrello del Padre Moneti.


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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