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      Io vegliava quando la città si dava in balía del sonno; e con l'animo sospeso tendeva l'orecchio se alcun rumore sorgesse, per correre sul luogo del pericolo. Al difetto di ordinamenti e di forze, suppliva con operosità, che mi ridusse in breve a comparire l'ombra di me stesso(58). In quei giorni pochi erano i labbri di ogni maniera di gente, che non pronunziassero lode al mio nome. - L'ora della ingratitudine non era peranche arrivata!
      E fermamente credo, che dove ogni barriera non si fosse, per così dire, abbassata spontanea davanti allo impeto della fazione politica e dei tumultuanti, a fine ancora più pravo, non senza lotta forse, ma certissimamente con buon successo, sariasi potuto resistere, ed ordinare lo Stato. - Lasciando alla coscienza pubblica decidere se dirittamente e cristianamente operassero i Giudici, quando mi gittarono in faccia il vituperio di complice, o impotente frenatore di turbolenze, io penso potere concludere con queste proposizioni. 1° Forza rivoluzionaria sorse in Toscana fino dal 1847. 2° Ordini governativi furono fino da quel tempo manomessi da prepotente impeto di forza rivoluzionaria. 3° Nel settembre del 1848, rimasero affatto distrutti. 4° Stato alla mia chiamata al Ministero era stremo di qualunque difesa. 5° Non ignavo, non codardo, non infedele custode della pubblica sicurezza fui io.
     
     
     
      VIII.
     
      Di una insinuazione dell'Atto di Accusa, che mi dà luogo a chiarire le sofferte ingiurie per la parte della Polizia.
     
      All'Atto di Accusa bastò l'animo toccare la storia delle disoneste persecuzioni da me sofferte nei tempi trascorsi.


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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