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      La notizia di occupazione dei Piemontesi aspreggiava gli animi, dubbiosi pių che mai, che le assicurazioni di pace fossero tranelli per coglierli alla sprovvista. Questi, ed altri molti, furono i travagli che mi circondavano, ai quali ripensando forza č che confessi, come senza lo aiuto di Dio non sarei potuto uscire a bene da cotesto inviluppo.
      Intanto le barricate si disfacevano; ogni traccia di perturbamento remossa; Commissioni di lavori, di beneficenza, di annona, di armi, di sicurezza instituivansi; prestanti cittadini, messi da parte i proprii negozii, notte e giorno alacremente attendevano a prevenire delitti; preghiere pubbliche bandivansi; feste per distrarre il Popolo si provocavano, distribuzioni di 30,000 e di 50,000 libbre di pane al giorno sė facevano; i lavori interrotti proseguivansi, nuovi ordinavansi, si attendeva ad organizzare le Guardie Civica e Municipale; l'esplosione delle armi, i canti sediziosi, i giuochi perfino, peste della gioventų, si vietavano; i cittadini guardavano i cittadini, e (stupendo a dirsi) la delazione fin lė reputata infame, poichč spontanea adesso, e aperta, e in pro del bene comune, si faceva come pubblico ufficio; ai sospetti rinascenti io provvedeva accogliendoli tutti, e profferendomi cosė di notte come di giorno pronto a verificarli da me stesso: ora temevano di polveri e di armi alla bruna sottratte di Porta Murata per via marina; ora di assalti improvvisi; erano perfidi soffii su fuoco latente onde tornassero a divampare le fiamme.


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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