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      L'Atto di Accusa afferma che se fosse stata accolta l'ammenda proposta dalla Commissione, si sarebbero forse salvati o rispettati almeno i dubbii e le riserve del Principe, note allora al Ministero. - Esaminando con rispetto le parole della Corona che mi oppone l'Accusa, avvertirò come quella non affermi punto di avere dichiarato al Ministero le sue riserve, bensì essere consiglio riposto nell'animo suo il riservarsi ad osservare lo andamento della discussione. La Corona parla di dubbio manifestato ad alcuni dei Ministri, non al Ministero: in quanto a me, non mi sembra avere udito di questi dubbii mai: dove gli avessi conosciuti, mi sarei ingegnato come poteva meglio chiarirli. E confido, che io glieli avrei molto agevolmente chiariti con queste proposizioni che trovano largo comento nelle cose discorse nel presente Capitolo. - I mandatarii non possono informare il mandato ai mandanti. - Importa e giova lasciare indeterminato il mandato, perchè, discutendolo, potrebbero uscirne norme rigorose, cagione di gravissime difficoltà alla Corona. - Basti avere proclamato alla faccia della Toscana, della Italia e della Europa: 1° questa Costituente tendere a due scopi; 2° non doversi trattare del secondo che ad epoca eventuale e lontana(135); 3° adesso restringersi a promuovere la guerra per la Indipendenza italiana; 4° non potere cospirare mai a danno altrui; 5° proporsi la comune concordia; 6° quantunque il mandato indeterminato, stare in potestà della Corona e del suo Consiglio determinarlo prudentemente a norma della contingenza dei casi; 7° fin d'ora essere stato annunziato, che al parere della maggioranza degli Stati Italiani avremmo, senza pure aprire bocca, aderito; 8° finalmente avere io (discorde in questo dal Presidente) espresso che intendevo impiegare la Costituente in benefizio del mio Paese e del mio Principe e del Principato Costituzionale in Italia(136).


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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