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      Io mi professai incapace a discernere la importanza della proposta, e dissi, il mio dovere impormi mandarla al Consiglio di Stato; sperare che il Consiglio l'accoglierebbe; lo avrei sollecitato a rimettermi il suo parere. - Nello inviarla al Consiglio, gli commisi scevrasse nelle cose richieste quelle che avrebbero pregiudicato la libera votazione, dalle altre che la lasciavano illesa. Cosė fece il Consiglio: grandissimi si elevarono i clamori per questo, e tuttavia durano. Io giunsi appena a sedarli, facendo notare, che la imminente votazione dell'Assemblea avrebbe reso inutile qualunque restrizione(209).
      Ecco in qual modo pervenni a impedire le urgenti molestie per la proclamazione della Repubblica, e gli attentati contro la sicurezza dei cittadini. Le altre improntitudini, per la loro natura non somministravano uguali rimedii; non pativano dimora; erano cose da farsi su l'atto; non potevo dei loro stessi principii comporre un freno per ritenerle; e non avevo meco la opinione pubblica, che mi sorreggesse: tacevano, tremavano i dabbene cittadini, e si contentavano a pregare Dio che mi desse forza a resistere. Riguardo a destrezze, nč sempre giovano, nč sempre si affacciano alla mente nella subitaneitā dei casi che succedono. -
      Ora, senza distinguere il modo della resistenza, e confondendo la ragione delle cose, ricavare dai conati riusciti a bene argomento per accusare dei fatti che non poterono ripararsi l'uomo che si sagrificō alla salvezza comune, parmi tanto crudelmente assurdo, quanto iniquamente ingrato.


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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