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      E badi l'Accusa, che per venire in fama di traditore non importa fare tanto; basta solo sostare; così ammonisce lo infortunato Silvano Bailly nelle sue Memorie, là dove favellando di Mounier, e di Malouet, i quali apprensioniti dalla piega che prendevano le cose pubbliche in Francia nel 1790 vollero scansarsi, racconta(214): "allora corse l'accusa solita a percuotere chiunque si ferma in mezzo a un Popolo che cammina: la tremenda parola di tradimento fu pronunziata." In tempi di rivoluzione l'accusa di traditore è quasi un saluto ordinario su le bocche dei venduti e dei fanatici. Se violarono lo Arcivescovo difeso dalla reverenza della religione, perchè pensano che volessero trattenersi da violentare me non difeso? Se, durante tempi che in paragone dei posteriori all'8 febbraio potevano dirsi ordinati, la furia del Popolo assalta ed occupa Fortezze, imprigiona Ufficiali, perchè negano fede i miei Giudici che la mia stanza invadessero, e, armati, minacciassero? Se dichiarano altri percosso dal pensiero della guerra civile, della tremenda anarchia, e della strage imminente, e perchè non doveva io pure spaventarmene? Qui si vorrà forse rinfacciarmi che io dissi talora non temere il Popolo? Certo avrei fatto bella prova a mostrarmi codardo! Nè quello che si dice in una occasione vale per un'altra; e spesso, come notai, si lusinga il Popolo perchè o si trattenga dal male, od operi il bene; artifizii sono questi che la stessa morale non disapprova. E se la forza di cui parlate valse, a parere vostro, a violentare Principe e Camere e collegi e individui e terre e città e Popoli interi, perchè volete poi reputarla insufficiente a violentare me per piegarmi ai suoi comandi?


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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