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      Se i faziosi pretendevano violentemente che gli stemmi granducali si abbassassero, perchè imputarmi l'ordine trasmesso di remuoverli per preservarli da oltraggio? Se il Principe proclamarono decaduto, o come pensare che me non coartassero a scrivere i Dispacci relativi alle Spedizioni Elbana, di Porto Santo Stefano e Laugeriana? Quando voi stessi raccontate che i Circoli, coadiuvati dalle furiose declamazioni della stampa, si diedero a presentare petizioni per la cacciata dello stesso Principe dal suolo toscano, con quale coscienza sostenete poi, e, lasciando la coscienza, con qual fronte, con quanto senno, con qual pudore, che la violenza è esclusa dai primi atti con i quali e nei quali venne a consumarsi il delitto? Forse le petizioni della moltitudine, coadiuvata dai Circoli e dalle furiose declamazioni della stampa, reputate piccola pressura per me? Ma voi, voi stessi, queste petizioni reputaste sufficienti a costringere la Camera dei Deputati quando decretarono la Legge sopra la Costituente! Non sono questi due pesi, non sono due misure? E presumereste paragonare la condizione del 21 gennaio con quella dell'8 febbraio 1849? Una fazione che si era proposta il rovesciamento di tutte le monarchie italiane, è da supporsi che si rimanesse da usare ogni partito estremo per conseguire il suo fine, precisamente sul punto di cogliere il frutto dei lunghi e travagliosi conati? Gente, che eleva il furore a virtù, si pretende credere che, con mansuetudine pastorale, le istanze per le mentovate spedizioni mi presentasse, o non piuttosto con tal garbo che non dava campo alla scelta?


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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