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      L'Accusa, scattando il capo, si tocca col mento la manca e la diritta spalla. No, eh! Ma potevi fare più adagio a negare, che per poco non hai preso una storta nel collo. Mulinando contro il Principato Costituzionale, un Repubblicano (e accordo, di lieve importanza) doveva pure tornarmi più vantaggioso a Firenze che a Costantinopoli; perchè anche tu, o Accusa, devi andare persuasa che indurre il Sultano a mandare Turchi in soccorso della Repubblica toscana, neanche al Dragomanni sarebbe potuto riuscire. Bisognerebbe credere che io mirassi al provvisorio eterno. Come provvisorio eterno? Non ci è rimedio: a considerare questa ipotesi io mi sento tratto pei capelli proprio da te, o Accusa mia; avendo tra i gratissimi testimoni a carico del Romanelli accettato quello che depone avergli udito dire: - Viva il Governo Provvisorio eterno, - e' pare che anche tu abbi fede nella eternità provvisoria. Lasciamo, chè di questo avrai a rendere conto a Dio, perchè gli è un peccato grosso. Come non devo credere io così, quando di queste antitesi, o come le si abbiano a chiamare, io ti vedo innamorata? Difatti, con mio non mediocre insegnamento venni notando l'uno o taluno, il complice o impotente, e fino dalle prime carte la mia scienza del veleno nascosto che si nascondeva nella montanelliana Costituente, con altre più taccherelle che si tacciono per lo migliore, come di Guccio Imbratta diceva Messer Giovanni Boccaccio. Ma dacchè provvisorio eterno, o eterno provvisorio, anche a rifarsi di capo al mondo non si trova se non su i labbri del tuo testimone, così mi sia lecito passare questo punto sotto silenzio.


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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