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      Chi sostiene diversamente, a chiare note si sappia ch'ei calunnia, all'atroce intento di nuocere contro la verità manifesta. Infatti, quando ebbe questo ordine il Pigli, che l'Accusa fabbrica nella sua officina? prima, o dopo il 14 febbraio? Prima no, conciossiachè pel Dispaccio incriminato del 14 la gente scelta doveva apparecchiarsi, e dipendere dal Generale D'Apice, e per le prove superiormente addotte ne dipendeva; dopo nemmeno, dacchè, oltre il Dispaccio del 14, per frugare che abbia fatto, l'Accusa non ha potuto rinvenirne altro. Qui dunque si tratta, io lo ripeto, di calunnia, non già di accusa(341).
      Ma la presente materia merita di essere più sottilmente considerata, onde si faccia luce maggiore nella ragione degli uomini e dei tempi. Coloro che volevano strascinare il Paese al compimento della rivoluzione, sfiduciati d'incontrare nel Governo arrendevolezza, si volsero a quelli che meglio parvero disposti a secondarli; e fra questi venne lor fatto incontrare, più accesi degli altri, Carlo Pigli e La Cecilia; noi li vedremo collegati avversare il Governo, tentare ogni via di usurpare il Potere per promuovere la Repubblica, e per altra parte noteremo indirizzarsi a loro uomini perversi con orribili proposte. Alfine l'uno è deposto dall'ufficio, l'altro avviato fuori del Paese.
      La Cecilia crebbe avverso a me: delle sue qualità morali non parlo, chè a me nulla è noto che onorevole non gli sia; favello dell'uomo politico. Io presto ebbi a conoscerlo irrequieto e dominato, più che da altro, da certo spirito torbido che lo agitava a fare e a disfare(342). I Livornesi, i quali, più che altri non estima, aborrono i commuovimenti inani o pericolosi, spesso venivano o mandavano a lamentarsi meco di lui, e mi pregavano trovare modo ad accomiatarlo onestamente.


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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