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      Senza profferire parole, in disparte ascoltai le discolpe loro; poi fattomi presso ad uno che al sembiante mi parve più giovane degli altri: - "Io non so, Reverendo, incominciai ponendogli la mano destra sul braccio, io non so, Reverendo, perchè voi non dobbiate amare la Patria; anzi non so perchè voi non la dobbiate amare più di noi." E il degno Sacerdote con atti e parole vivaci rispose: "Io amo il mio Paese al pari di ogni altro. Rispetto alla Costituente Italiana, la mia coscienza mi vieta aderirvi; ma in quanto a difendere la mia Terra dalle invasioni straniere, da Sacerdote le affermo, che prenderei l'arme, e verrei a farlo io stesso." - Allora gli strinsi la mano, e conchiusi: "E tanto basta, mio degno Sacerdote,... tanto basta." - Quando mi verrà concesso esaminare gli Archivii, ritroverò il nome e la condizione del Prete(399). -
      Superiormente alla tristizia dei tempi, trovarono in me i Sacerdoti continua ed efficace tutela. Di ciò provare mi porge abilità la cortesia dell'Arcivescovo di Firenze, il quale, da me richiesto, mi rimetteva la copia autentica della lettera che io gl'indirizzava il 2 aprile 1849:
      Monsignore.
      Io vorrei pregarla, Monsignore, ad avere la compiacenza di significarmi se V. S. Rev.ma intende per le imminenti solennità celebrare in Firenze.
      Nel mentre che io vado persuaso che V. S. Rev.ma si penetrerà di quanta pace e di quanta consolazione sarebbe la sua presenza in mezzo al suo ovile, mi permetterei aggiungere le mie preghiere caldissime onde ciò abbia effetto.


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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