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      Da Torino mi giungono notizie che il signor Vincenzo Gioberti va susurrando avere io domandato lo intervento piemontese. Dove ciò fosse vero, dovrei dichiarare il signor Gioberti mentitore, e gli raccomanderei a rammentarsi che gli uomini pubblici devono cadere con dignità. Però, in questi tempi copiosi di vani romori, spero che le notizie pervenutemi ritengano appunto siffatta natura. Nonostante giovi ad ogni buon fine questa mia dichiarazione,"
      Nel Messaggere Torinese del 14 marzo si leggeva: "Vediamo con piacere le imprecazioni (del Gioberti contro di me), perchè i nuovi fautori del Gioberti si affannavano in Piemonte a sparger voce che il toscano intervento fosse concertato col Guerrazzi, voce che, per quanto combattuta dagli amici del prigioniero di Portoferraio, andava acquistandosi qualche credito."
      Nè già si creda che fossero nuove queste notizie; al contrario, esse avevano incominciato a circolare fino dal novembre 1848, come occorre nel N° 30 novembre del Monitore: "Nel Corriere Mercantile del 28, sotto la rubrica di Genova 27 novembre, si legge, che in quella mattina partirono sul Vapore San Giorgio 350 soldati delle riserve piemontesi chiamati in Toscana, a quanto si dice, dal Ministro Guerrazzi."
      E fu smentito; ma la calunnia è un'acqua torba, che, per chiarire che si faccia, lascia sempre la posatura in fondo; almeno così insegna Don Basilio, nell'arte del calunniare professore solenne.
      Alla fine il Popolo sconvolto si avventò con le sue ondate contro i gradini del Palazzo Vecchio, fremendo ed urlando: "Il Guerrazzi fugge - è fuggito - è traditore.


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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