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      Ma, insomma, quando vogliamo conciliarci il Popolo per via di blandizie, è pur mestieri non prenderlo a contro pelo nelle sue affezioni, ed anche nelle sue fantasie.
      E avvertite, che non fui mica il solo a credere che il Generale Laugier mancasse di mandato a operare come faceva. In certa sua Apologia, datata da Sarzana il 1° marzo 1849, e impressa nel Risorgimento, egli medesimo ne informa: "Non vedendosi comparire i Piemontesi, gli animi abbatteronsi: si suppose mia invenzione lo intervento, e perfino la lettera del Granduca."
      Pensoso, e gravemente pensoso del pericolo che minacciava la città per la estrema esasperazione, solita accompagnare la paura del pericolo e la violenza rivoluzionaria, intendendo al disegno di distrarre la mente accesa delle turbe cittadine dalla Spedizione di Porto Santo Stefano, e dal proclamare a tumulto la Repubblica, mi parve operare prudentemente, prima col Dispaccio del 18 febbraio a volgere i corpi volontarii armati, senza dilazione, verso Lucca, e più tardi a vuotare Firenze, se mi venisse fatto, di quanta più gente armata potessi: quantunque (e si noti con prudente discernimento) nel medesimo giorno alle ore 6 pomeridiane io sapessi, che i Piemontesi non sarebbero entrati(464), e su le prime ore del giorno 19 mi giungesse la conferma di questa notizia per la parte del Delegato Regio di Massa(465). Ho detto, che anche un pensiero di personale sicurezza mi spinse; della mia persona niente importa all'Accusa, e troppo bene lo dimostra in ogni suo atto; ma se un cotal poco di me a me premesse, vorrà ella per questo incolparmi di criminlese?


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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