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      La prima deve presentare i caratteri indicati dal gregge dei forensi, quantunque, anche in questa parte, sia ufficio del discreto, e soprattutto onesto Giudice, considerare non solo la coazione in sè stessa, ma eziandio le varie maniere con le quali si fa manifesta, e le diverse qualità degli uomini sopra i quali ella venne esercitata. Tale per nota d'infamia sbigottisce, che di ferro non cura; e questo va avvertito nel calcolo della imputabilità delle azioni incriminate. La necessità politica poi, nell'uomo pubblico, consiste, nei tempi di pericolo, nell'abbracciare quei partiti che, secondo la religione della propria coscienza e la virtù del suo intelletto, egli reputa più acconci a procurare il maggior bene o il minore male possibile allo umano consorzio, di cui gli venne confidato il governo. Il Ministro che abbandona il posto davanti alla irrompente anarchia; il Ministro che soffre esposte ai ferri dei feroci le gole degli amici, - ed anche dei nemici; il Ministro che lascia sobbissare il Paese per mettersi in salvo col suo fagotto, è a mille doppii più infame della sentinella che diserta il posto alla presenza del nemico; però ne sente più profonda la pena, chè la Storia lo marchia in fronte, e lo manda argomento d'ira e di disprezzo alla memoria dei più lontani nepoti. Voi, Giudici, guardate bene di notare per lesa maestà quelle azioni, che, non fatte, frutterebbero dai Popoli l'accusa di tradita umanità." - Così (parmi udirli) direbbero i lodati Giureconsulti e Ministri all'Accusa, e direbbero bene.


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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