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      Ogni giorno un nuovo fatto, una nuova dimostrazione viene in conferma della volontà costante, immutabile, del Popolo nostro, in riprova della sua maturità alle libere istituzioni repubblicane, le quali una soverchia diffidenza delle sue forze, o una soverchia diffidenza delle proprie, ricusa acconsentirgli se non a brevi e tenuissimi sorsi."
      Però che, come dagli sparsi Documenti si ricava, il grande spino al cuore era la paura che Toscana tutta con politica probità consultata non si dichiarasse per la Repubblica; ed anche qui se ne incontrano vestigii: "Che cosa fareste della vostra Assemblea ove si dichiarasse ostile, e giudicasse inopportuna e immatura la Repubblica? - Allora voi la rovescereste, - voi dite, - la rovescerebbe il Popolo conscio dei suoi diritti, e deciso a farli ad ogni costo rispettare. Or bene: fate conto, ch'ei l'abbia già rovesciata cotesta benedetta Assemblea, e non ne parliamo più, e figuriamocela seppellita. Che bisogno ci è, di grazia, di rappresentanti del Popolo, quando il Popolo è in piazza pronto a rappresentarsi da sè stesso(538)?"
      Se io non erro mi sembra provato, che l'Assemblea fosse massimamente odiata dalla Setta repubblicana, sì perchè col differire temeva andassero disperse le esaltazioni degli spiriti, siccome appunto ad ogni specie di ebbrezza vediamo accadere, e sì perchè il voto universale sentiva certamente contrario ai suoi desiderii. Del pari fu visto come dal giorno otto febbraio con ogni maniera argomenti, urgentissimi sforzassero per avere Repubblica a furia di Popolo proclamata; come mi si fosse posto al fianco un uomo "capace di sviscerare fino l'ultimo dei pensieri del dittatore toscano(539)," e quotidianamente in lotta meco per poterla spuntare; questo dicono i ricordi dei tempi, questo tutti i libri confermano; eterna rampogna è questa, che mi gettano in faccia i Repubblicani; che più? questo apertamente le carte stesse dell'Accusa palesano, e nondimeno l'Accusa ha la fronte di scrivere: "il mio sforzo essersi ridotto in qualche contingenza, perchè la Repubblica non venisse troppo presto attuata(540)." Comecchè non vi abbia mestiero di ulteriore dimostrazione, pure per chiarire in qual modo anche dai Documenti stessi dell'Accusa resulti la prova della continua opposizione mia all'esigenze della Setta, giovi innanzi tutto rammentare il Proclama che iniziava il Governo Provvisorio, avvegnachè per quello sia fatto palese quali fossero la sua missione ricevuta, i suoi fini, e i mezzi per conseguirli(541).


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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