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      A quest'effetto il Governo, abolendo da un lato il Consiglio generale ed il Senato, convocava immediatamente un'Assemblea legislativa di centoventi Rappresentanti, determinando i modi della elezione, e promettendo di sottoporle colla maggiore sollecitudine il progetto di Legge per l'attuazione della Costituente Italiana.
      Questa Assemblea doveva concentrare in sè stessa tutti i poteri legislativi, per esercitarli in unione al Governo Provvisorio, il quale si riservava, oltre alla sua parte d'iniziativa, l'esclusiva sanzione e promulgazione delle Leggi.
      Il giorno appresso, una Dichiarazione governativa, inserita nel Monitore, modificava in parte il precedente Decreto e restringeva nei suoi giusti limiti l'autorità del Provvisorio Governo; annunziando che la volontà liberamente espressa dai Rappresentanti del Popolo toscano, eletti per suffragio universale diretto, sarebbe stata legge pel Governo, il quale avrebbe primo dato l'esempio della più perfetta obbedienza al volere del Popolo sovrano.
      Ma accortosi bentosto come la precipitanza nel convocare l'Assemblea toscana non gli avesse concesso di maturarne bastantemente la natura, i modi ed i limiti; avvedutosi come non bastasse alle esigenze del Paese la presenza di un'Assemblea meramente legislativa, la quale dall'indole stessa del proprio mandato sarebbe stata limitata esclusivamente alla interna amministrazione dello Stato; e come il Paese, rimasto privo di uno dei tre Poteri costituiti, abbisognasse di una Assemblea sovrana Costituente, la quale decretasse la forma politica dello Stato e le norme del nuovo patto sociale; il Governo Provvisorio pensò che fosse necessario sopperire immediatamente a questo pressante bisogno, ed a questo effetto pubblicò poco appresso il Decreto del 14 febbraio, col quale intendeva ad un tempo di dotare la Toscana di un'Assemblea Costituente che determinasse la forma di Governo con cui dovrebbe reggersi il Paese, e di soddisfare al voto unanime e concorde manifestato dal Popolo Toscano e dal Popolo Romano per la Unione immediata dei due Stati in una Italia Centrale.


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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