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      Però gli Avversarii non rifinivano di sussurrare menzognero ed esagerato il rapporto; i fatti non veri; vero soltanto l'accordo del Potere Esecutivo col Principe a Gaeta.
      Avrei potuto allora chiudere violentemente l'Assemblea, e operare qualche giorno innanzi quanto successe il 12 aprile. Nol feci, e non lo volli fare. Considerai, che avventurandomi a cotesto passo avrei potuto incontrare resistenze di città, di provincie, od anche d'individui; e questo verosimilmente accadendo, bisognava ricorrere alla forza. Simile partito poi non era sicuro che riuscisse, con le milizie che possedevamo allora: dato che riuscisse, era mestieri venire a contesa; ed io diligentemente procurava, che non insorgesse dissidio di sorta da nessuna parte, perchè lo universale consenso rallegrasse la Corona, e la persuadesse, che i casi passati dovessero ritenersi come que' brevi scompigli, che pur talvolta si levano anche fra persone dilette, e da obbliarsi facilmente; nessuno nella solennità del reintegrato Statuto avesse a piangere: dall'altra perchè non fosse somministrato pretesto agli stranieri d'intervenire nelle faccende nostre con la loro diplomazia, e peggio con le loro armi. - Inoltre, dal partito violento mi dissuadeva la mala compagnia reazionaria od anarchica, che in queste occasioni sempre ribolle, e ti spinge fuori dei limiti del tuo disegno. Nè anarchici, nè reazionarii; estremi entrambi. Siffatta maniera di gente servendo piuttosto alle passioni proprie, che al bene dello Stato, sono fastidio sempre, vergogna spesso, qualche volta rovina della parte a cui si attaccano; sozzi in vista, nè meno in effetto dannosi de' serpenti di Laocoonte.


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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