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      Badate, Monk, che non vi avvenga come a Stanley, che, per avere restituito il trono a Enrico VII, n'ebbe in guiderdone la morte: egli è grande delitto presso i re avere troppo meritato di loro." Allora gli propongono il regno, ed egli ricusa; gli danno la regia stanza di Hampton-Court per tenerselo bene edificato, ed ei ricusa; gli stanziano ventimila lire di sterlini, ed ei se le prende. - I Repubblicani ricorsero ad un'altra alzata d'ingegno, e fu di fare presentare al Monk, dai più accesi fra i suoi ufficiali, una dichiarazione perchè la firmasse, la quale consisteva nell'obbligarsi a costringere il Parlamento onde decretasse che la Repubblica era la forma definitiva del governo del Paese, e che verun Parlamento successivo potesse avere abilità di alterarla. Monk, preso alla sprovvista, si trovò sgomento, e non gli ricorrendo miglior partito propose aggiornare la firma all'indomani nel Consiglio Generale degli Ufficiali. Nello intervallo di tempo conferì co' suoi devoti, e la mattina al Consiglio, invece di firmare il foglio, ammoniti gravemente gli ufficiali esaltati del proprio dovere, vietava pel seguito di simile sorta assemblee; e notati i più audaci, statuisce licenziarli alla prima occasione: bene avrebbe potuto, adoperandovi alquanto di forza, rompere gl'indugii, ma repugnava, alla indole di lui far capitare male persone alle quali lo legavano vincoli antichi, e precipitare di crollo ciò che si poteva compiere pacificamente e di quieto.
      Molte furono le arti praticate dal Monk affinchè il Parlamento lungo si sciogliesse, la quale cosa ottenne nel 16 marzo 1668; prima di separarsi, il Parlamento deliberò che nessuno ufficiale si accogliesse se prima non approvasse con iscrittura la guerra impresa contro l'ultimo Re, e che dal nuovo Parlamento si escludessero gli uomini che avevano impugnato le armi contro il Parlamento lungo; e Monk lo lasciò fare, anzi, nell'ultima Tornata, egli domandò che abolisse la Legge su la milizia, perocchè, avendone commessa la organizzazione a mani sospette, era da temersi che in onta dei buoni Repubblicani si richiamasse Carlo Stuardo; ed ottenuto il Decreto, nel giorno stesso fece stamparlo e pubblicarlo.


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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